giovedì 24 luglio 2014

Clisteri e cataplasmi

Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno è un libro speciale, vi consiglia romanzi da leggere in base al vostro male.
Ella Berthoud e Susan Elderkin hanno cominciato a prestarsi libri quando studiavano letteratura inglese all'Università di Cambridge e adesso prescrivono libri a pazienti lettori di tutto il mondo attraverso il servizio di biblioterapia della School of Life di Londra.

I malanni sono elencati in ordine alfabetico dalla A di Abbandono alla X di Xenofobia, come in un grande prontuario farmaceutico che celebra il potere curativo della letteratura.
Le parole sono balsamiche, salutari, sedative, analgesiche, antipiretiche, antibiotiche. Sono sintomi e vaccini.
Ingannano il vuoto, che è quasi un miracolo.
Che la vostra sia una patologia conclamata o un malessere saltuario, un dolore fisico o una paturnia, incapacità a relazionarvi con voi stessi o con il mondo, consultate la posologia letteraria prescritta: balsami balzachiani, lacci emostatici tostoiani, pomate di Saramago, purghe di Perec o di Proust.

Libri per notti insonni e libri da leggere in punto di morte
















Il libro è uscito contemporaneamente in vari paesi europei, con edizioni diverse.
Fabio Stassi, che ha curato l'edizione italiana del libro aggiungendovi alcuni dei nostri scrittori più sensibili al tema della malattia, si è trovato a radiografare un paese che soffre da secoli degli stessi mali e delle stesse idiosincrasie: la peste della burocrazia, il narcisismo, la deformità del potere, la falsificazione della Storia, l'incidente e complice ammirazione della furbizia, il culto e l'esibizionismo della virilità, l'ipnotico consenso a un capo, l'alfabeto del servilismo, lo specchio delle dicerie, la fede nella superstizione, l'attitudine a restare adolescenti, la meschineria infantile, lo strabico sdoppiamento della personalità, la paura di invecchiare, la tetra ossessione della lussuria.

Se andassimo dal libraio come si va dal dottore - forse - sarebbe più facile curare il cuore infermo della nazione.  

Libri per mali cronici italiani





mercoledì 2 luglio 2014

Non c'è due senza genesi

Questa è la storia di come muoiono gli Hemingway e non ha inizio con Ernest.
Quando il 2 luglio di cinquantatré anni fa Ernest si spara in bocca suo padre Clarence lo ha già fatto trentatré anni prima.
Anche Leicester, l'altro Hemingway scrittore e fratello, nel 1982 si spara in testa.

Suicida è anche la sorella Marcelline.

Nel trentacinquesimo anniversario della morte di Ernest, il 2 luglio 1996, sua nipote, l'attrice Margaux Hemingway - figlia del primogenito Bumby, campione di pesca e alcolista - si suicida in un appartamento di Santa Monica.
Sei anni prima, intervistata da Playboy, diceva: l'avventura mi eccita ma a volte la strada per percorrerla ha degli intralci. Se si sopravvive si diventa più duri. Il mondo è pieno di gente perbene ma la vita spezza tutti imparzialmente e quelli che sopravvivono sono più forti soprattutto nei punti in cui sono stati feriti.

Lo scorso anno sua sorella Mariel ha girato Running from Crazy, un documentario sul suicidio.

Anche se non è un Hemingway, suicida è pure il loro nonno materno.

Nel 2007 John Hemingway, l'altro nipote di Ernest, ha pubblicato Strange Tribe: A Family Memoir, un libro di ricordi sul rapporto fra il proprio padre Gregory e il nonno Ernest.
Gregory era il secondogenito dello scrittore e morì d'attacco cardiaco in un carcere di Miami, solo, arrestato per crisi maniaco-depressive.
Morì il giorno dell'anniversario della morte di sua mamma.
Anni prima si era fatto operare per diventare donna.
Il giorno in cui Ernest lo scoprì con degli abiti femminili addosso gli disse tu e io veniamo da una tribù molto strana. E basta.

Anche Ernest veniva vestito dalla madre come una bambina, da piccolo. Poi il padre gli aveva messo in mano un fucile.
Nel romanzo I giardini dell'Eden, pubblicato postumo e censurato, Hemingway scrive del labile confine di genere, che infatti non è una cosa semplice.

Il mito del macho che lo circonda non è che la metà della storia.